Michele Masiero

Michele Masiero

Nato a Castelmassa, in provincia di Rovigo, nel 1967, Michele Masiero si è avvicinato al mondo dei fumetti nel 1985, collaborando alla rivista di critica fumettistica “Fumo di China”. Fino al 1991 è stato uno dei collaboratori della Alessandro Distribuzioni di Bologna, per la quale ha curato le edizioni librarie. Dopo aver scritto “Raccontare Dylan Dog”, “Lugano in giallo”, e avere partecipato alla stesura di “Raccontare Martin Mystère”, ha collaborato a “Starmagazine” delle edizioni Star Comics. Come sceneggiatore ha lavorato per “Cyborg”, la rivista di fantascienza diretta da Daniele Brolli, insieme ai disegnatori Roberto Baldazzini, Pasquale Frisenda e Giuseppe Viglioglia, e con “Glamour”, sempre insieme a Baldazzini. Dal 1991, è redattore della Sergio Bonelli Editore. Nel 1994, gli viene affidato l’editing del personaggio di Mister No, del quale diventa anche uno degli sceneggiatori. Masiero firma anche alcuni numeri di Dylan Dog, Dampyr, Il Comandante Mark. Scrive i Romanzi a fumetti “Cheyenne” (disegni di Valdambrini) e “Hollywoodland” (con Baldazzini) e le miniserie dell’etichetta Audace “Deadwood Dick”, “Darwin”, “Mister No Revolution”. Dopo aver assunto, dal 2010, il ruolo di Redattore Capo Centrale, nel 2015 diviene Direttore Editoriale di Sergio Bonelli Editore. 

Conosciamo meglio Michele Masiero

Professione 

Lettore di fumetti (però pagato!). Eh, magari fosse solo questo, ma al netto di mille rogne la sostanza è più o meno quella. 
 

L’ultima storia che hai pubblicato 

Una storia che sono tre storie, che però in effetti è un’unica storia: Mister No Revolution. 
 

La storia che consiglieresti di leggere a chi vuole scoprire il tuo lavoro 

Mi sa che consiglierei proprio quella: ho usato il personaggio che mi piace di più leggere, nel modo in cui mi piace di più scrivere. Non è una mia creatura, ma alla fine è risultata la cosa più personale che abbia mai scritto.   
 

La storia di cui sei più orgoglioso 

Beh, dovrebbe valere la massima che sono tutti figli e quindi bisogna essere orgogliosi di ognuno allo stesso modo, no? Stringi stringi, però, finirei per scegliere sempre quella qui sopra, per i motivi di cui sopra. 
 

Il fumetto che ti ha fatto pensare “ecco che cosa voglio fare nella vita” 

Ecco, cominciamo con le classifiche, che generalmente mi danno l’orticaria… Non credo davvero ce ne sia uno in particolare: i primi che ho letto erano sul Giornalino degli anni ’70 (che ospitava gioielli), il primo che ho collezionato Zagor, quelli che hanno cominciato a cambiare i miei orizzonti Mister No e Ken Parker. Ma poi ci sono (praticamente) tutti gli altri… 
 

I tre fumetti da che vorresti su un’isola deserta  

E dai con ‘ste classifiche! Facciamo così, mi ci porto 3 autori: Hugo Pratt, Alan Moore e José Muñoz. 
 

La domanda che avresti sempre voluto fare a un artista che ammiri 

Ma come c***o fai?! 

Ma qual è l’artista in questione, vivo o morto? 

Daje un supplemento di classifica… mi stanno venendo le bolle. 

Cito tre che mi sono (o sono stati) attorno: Guido Nolitta (Sergio Bonelli), Giancarlo Berardi e Tiziano Sclavi 

Adesso mi aspetto la domanda sul mio colore preferito o i gusti del gelato (ah, questa è facile: di sicuro il pistacchio!). 

Visto che lo hai chiesto, qual è il tuo colore preferito? Come non detto: qual è la cosa più difficile che hai imparato creando storie? 

Che avere idee è bellissimo e immediato, ma la scrittura è una storia impegnativa (nel senso che richiede impegno, dedizione e consapevolezza che ci si sta imbarcando per attraversare un mare in tempesta). Per quanto mi riguarda, però, ogni volta che poi uno dei vari artisti con cui ho collaborato visualizza le mie parole è un piccolo miracolo che mi lascia sempre beatamente stupefatto.  
 

La storia su cui stai lavorando ora 

Un Romanzo a fumetti ambientato a Cuba pochi giorni prima dello scoppio della Rivoluzione, disegnato dal cubano Orestes Suarez: con Cheyenne e Hollywoodland, una mia personale trilogia sulla perdita dell’innocenza americana (in cui mi sa si può inserire anche il Revolution di cui sopra: sarò mica monomaniaco?) 
 

Un consiglio a chi vuole cominciare 

Sei proprio (ma proprio) sicuro? Se non hai nemmeno bisogno di porti questa domanda, coltiva il tuo talento e armati di grande determinazione. Quello del fumetto è, tutto sommato, un piccolo mondo: se hai le qualità, la possibilità di emergere ce l’hai. Ricorda, però, che va sempre messa in conto una buona dose di “fattore C” (sta per: “fortuna”…) e quello è davvero insondabile. 

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