Panini Comics: La morte di Wolverine – recensione

Una leggenda che si ritrova a essere monumento di se stesso, un eroe senza tempo, una macchina da guerra progettata per non avere sentimenti, ma che inevitabilmente trova nel suo corpo di adamantio non solo un cuore, ma una storia di leadership ed emozioni. Pubblicata per la prima volta tra settembre e ottobre 2014 – questa è la storia, scritta da Charles Soule e disegnata da Steve McNiven di un evento tanto brutale quanto sentimentale, La morte di Wolverine.

Logan è lo specchio di una generazione dagli ideali completamente differenti da chi si ritrova a vivere nel pieno dell’epoca tecnologica, ma che mette a disposizione la sua brutalità, per portare avanti una squadra come quella degli X-Men. Spesso fianco a fianco con persone completamente differenti da lui, Logan sarà influenzato a tal punto da scegliere, a un certo punto della sua carriera da eroe, di prendere sotto la sua ala protettiva due ragazze, prima Kitty Pryde e poi Laura Kinney – la sua clone, X-23, in seguito Nuovissima Wolverine – per fargli da padre e mentore. Nell’epoca delle discriminazioni, fedele ai propri istinti ma senza cedere alla violenza contro gli esseri umani, il protagonista è capace di uno stato superiore di accettazione, che lo porterà – da maestro – a ricevere grandi soddisfazioni dalle figliocce. 

In questa storia vediamo un Wolverine completamente distrutto dal peso della sua vita, quasi consapevole di non avere più tempo da dedicare alle sue gesta eroiche, ma che eroicamente, si getta nella più brutale mischia della sua vita. Dopo aver scoperto di aver perso i suoi poteri rigenerativi, invita le sue nemesi più celebri su un’isola, pronto a combattere ad artigli spianati, contro chi avrebbe approfittato delle sue debolezze.

Mettendo da parte il proprio orgoglio, Logan si rivolge a Reed Richards che gli conferma la perdita del potere rigenerativo. Come se non bastasse, il mutante è esposto al rischio di una leucemia per intossicazione da metalli pesanti; queste notizie, tuttavia, non lo distruggono nello spirito e, con l’iconico carattere di chi non si arrende mai, passa da preda a giudice e poi a carnefice, recandosi nei laboratori del Dr. Cornelius, colpevole di aver messo sulla testa di Logan una taglia, per cercare di rubare il suo scheletro di adamantio e per generare ancora una volta un’Arma X.

Charles Soule si ritrova a scrivere uno spettacolare elogio dai toni noir che sempre hanno contraddistinto la vita di Logan, con la brutalità di chi ha intimamente assimilato la storia di un supereroe che ha segnato l’universo Marvel. Emblematico il finale, che rievoca tanti momenti della storia del personaggio, sollevati da una sola domanda – di un Dr. Cornelius in fin di vita – e una sola risposta: tu cosa hai fatto oltre uccidere la gente? 

Molto. 

Impossibile non menzionare Steve McNiven alle matite, con lo stile che lo contraddistingue, un tratto vero e solenne, che regala vita al racconto di Soule, e soprattutto al personaggio, donandogli una ritrovata tranquillità, quasi a portarci verso la sua morte in maniera dolce.  

Edito da Panini Comics
Di Charles Soule, Steve McNiven

128 pagine, cartonato, colori
Prezzo: 14€

Wolverine-Dead

Michelangelo Milella 

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