Lucca Comics&Games 2015, La Distanza: intervista ad Alessandro Baronciani e Colapesce.

Lucca Comics&Games 2015, La Distanza: intervista ad Alessandro Baronciani e Colapesce.

La Distanza, graphic novel di Alessandro Baronciani e Lorenzo “Colapesce” Urciullo edito dalla Bao Publishing, è stata una delle sorprese editoriale più interessanti di questo 2015.
Il responso favorevole di pubblico e critica ha sorpreso piacevolmente gli stessi autori e la splendida cornice di Lucca Comics & Games 2015 è stata un’ottima occasione per chiacchierare con loro:

Ciao ragazzi, allora la vostra collaborazione nasce ai tempi di Quando tutto diventò Blu, titolo del graphic Novel di Baronciani portato poi in canzone da Colapesce nel 2013. Com’è nata questa esperienza che vi vede coinvolti.

[Lorenzo] L’idea l’ho buttata giù io e proposta ad Alessandro il quale ha accolto volentieri questo invito e questa scommessa perché è strano che un artista già abbastanza conosciuto e consolidato possa affidare una parte del lavoro ad uno che scrive testi. La cosa è anche insolita, invece è nata una bellissima collaborazione e non abbiamo avuto nessun tipo di problema, anzi è stato un lavoro fatto con piacere.
[Baronciani] Anche perché io ero fan. Se me l’avesse chiesto Vasco Rossi non l’avrei accettato [risate di entrambi].

Nello scrivere questo romanzo grafico quanto c’è di personale o quanto, invece, c’è la volontà di fotografare questa generazione, questi trentenni che vivono un periodo così indefinito, strano, critico?

[Lorenzo] Guarda, sia l’uno che l’altro. C’è una forte componente autobiografica nel romanzo e dall’altro canto vuole fotografare un periodo storico molto particolare in cui sembra essere tornati negli anni ’30 in cui se ne vanno tutti dall’Italia. Solo che una volta la gente andava via senza niente, adesso se ne vanno con le lauree ma il principio è quello ed è veramente una sorta di emorragia silenziosa che l’Italia sta vivendo di cui non si parla molto. Se mi fermo a riflettere circa il 70% dei miei amici vive ormai all’estero. Poi c’è una parte personale che emerge durante il racconto.
[Baronciani] Se sia una testimonianza di questa generazione non lo so, è vero, però, che se ci si riconosce, se ti immedesimi in quello che stai leggendo probabilmente è perché l’hai vissuto.
[Lorenzo] C’è qualcosa di generazionale, comunque.

Entrambi venite dalla musica. Com’è stato per voi passare da un formato canzone che ha un tempo più breve a quello di un romanzo, con tempistiche più dilazionate e lunghe?

[Lorenzo] È stata una sfida molto interessante anche perché io ogni tanto scrivo delle storie ma in teoria è un’altra operazione rispetto al fumetto in cui, invece, puoi omettere delle cose nel racconto in quanto molte situazioni vengono disegnate. Non c’è bisogno che mi dilunghi nella descrizione di un paesaggio se poi ti affidi alle immagini, in questo caso ad Alessandro, che spesso rendono meglio delle parole e sono in grado di ricreare un’atmosfera. Quindi c’è un’opera quasi di sottrazione nel testo ed è stato molto stimolante. Nei dialoghi, poi, rispetto ad una canzone c’è anche l’immedesimarsi nei personaggi, in questo caso tre ragazze ed è stato divertente.
[Baronciani] Quando suono siamo in tre, ed è diverso rispetto a quando disegni perché nella band siamo in tre, quando disegni spesso sei da solo. È bello ma decidi tutto tu e a me non piace fare il capo quando son da solo. Allo stesso tempo, però, vorrei fare il capo quando suono ma non ci riesco perché ci sono gli altri che hanno la propria personalità e anche loro mettono dentro qualcosa e questa cosa qui penso sia fantastica, non so se è il principio della creatività, ma il fatto che ognuno apporti qualcosa per creare una storia, come nel caso de La Distanza, è bello.

Come mai sei passato ai colori dopo la bicromia che da sempre contraddistingue la tua  opera?

[Baronciani] L’idea di fare Quando Tutto Diventò Blu blu nacque in tipografia, in fase di stampa quando ci chiedemmo Perché dobbiamo farlo per forza in bianco e nero? Non ha senso. Alle volte è anche più divertente mettersi giù a pensare ad un colore differente che non è quello realistico e mi piace sempre inventare qualcosa di nuovo anche se non amo le cose eccessive. Le Ragazze dello Studio Murari era in bianco e nero ma conteneva delle invenzioni già al suo interno. Se sei stato almeno una volta in Sicilia capirai che quel posto non può essere disegnato in bianco e nero. Il bianco e nero mi fanno venire in mente subito un romanzo di Verga, tipo I Malavoglia, quelle cose tristi. Sono arrivato in stazione a Siracusa e Lorenzo mi è venuto a prendere insieme a suo fratello e mi ha portato a mangiare pesce all’aperto ad ottobre. È come si fa a disegnare un posto così in bianco e nero? È un controsenso.

Uno dei temi principali di questo romanzo è la scelta tra il partite o il restare. Oggi voi cosa vi sentireste di fare, magari consigliare a chi vi segue?

[Lorenzo] Restare. E partire sempre da turista per poi ritornare.
[Baronciani] Boh, non lo so. Ti dirò, mi piace la frase di Indro Montanelli che apre il video della canzone di Lorenzo: Per l’Italia non vedo un futuro, per gli italiani ne vedo uno brillante. Credo che prima di iniziare un lavoro sedentario bisognerebbe viaggiare, non necessariamente all’estero, anche solo in Italia. Se uno si mette in testa di girarla sarebbe perfetto. Io l’ho fatto per lavoro, con i miei libri, le mostre, ed un conto è viverla da turista un altro viverci.

La copertina del libro
La copertina del libro

Pasquale Gennarelli

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