Nell’agosto 1996 l’astro nascente della cinematografia indipendente Kevin Smith ricevette dalla Warner Bros. l’incarico di scrivere una sceneggiatura per un nuovo film su Superman. Un fan dell’Uomo d’Acciaio che scrive una storia sull’Uomo d’Acciaio, non si potrebbe chiedere di meglio… ma la realtà a volte sa essere spietata. Questa è la storia di come Nicolas Cage sia arrivato a un passo dall’interpretare Superman.
Prima che presentasse una sceneggiatura completa, a Smith venne chiesto dal produttore Jon Peters di scrivere un breve trattamento della storia che ne delineasse gli eventi principali. Peters si aspettava un documento di poche pagine, ma Smith (ancora poco esperto di simili procedure delle major) consegnò una vera e propria bozza di circa 80 pagine, con estratti di svariati dialoghi. Una prima bozza completa di sceneggiatura, di 127 pagine, venne completata nel gennaio 1997.
In questo nuovo trattamento, intitolato Superman Lives, Brainiac e il suo servo robotico L-Ron (parodia del fondatore di Scientology Ron Hubbard) giungono sulla Terra richiamati da Lex Luthor perché lo aiutino a liberarsi di Superman. Sfruttando la tecnologia dell’industriale criminale, Brainiac idea un dispositivo in grado di bloccare i raggi del sole (fonte del potere dell’eroe), privando così l’Uomo d’Acciaio delle sue capacità. Indebolito e incapace di reagire, Superman viene ucciso in battaglia da Doomsday, creatura al servizio di Brainiac.
Superman viene però fatto rivivere dall’intelligenza artificiale nota come Eradicatore e grazie al suo aiuto riesce in un secondo scontro a distruggere Brainiac e far arrestare Luthor, coronando anche il suo sogno d’amore con Lois Lane.
Lo script piacque molto a Peters, che però lo trovò anche deficitario a livello di scene di azione e chiese alcune modifiche un po’ bizzarre, non preoccupandosi se per questo doveva chiamare Smith al telefono tre/quattro volte al giorno. Innanzitutto Superman non doveva volare. Poi voleva una scena in cui Brainiac si recasse alla Fortezza della Solitudine e combattesse contro delle guardie al servizio di Kal-El (forse non gli era chiaro il significato di solitudine), inoltre doveva anche affrontare un orso polare, uno solo se no gli animalisti avrebbero protestato. Infine desiderava fortemente che nello scontro finale Superman affrontasse un gigantesco ragno meccanico. Kevin Smith capì subito che lavorare su commissione al servizio di una major implicava anche dover scendere ad alcuni compromessi e inserì le modifiche richieste.
Una seconda bozza di sceneggiatura di Superman Lives, di 122 pagine, venne dunque completata il 27 marzo 1997, suscitando un riscontro ancora più positivo. Il primo regista che si dichiarò interessato a dirigere la pellicola fu Robert Rodriguez, il quale rimase colpito in maniera favorevole dalla sceneggiatura di Smith: tuttavia la promozione di Dal Tramonto All’Alba, la nascita del suo primo figlio e la partenza di un nuovo progetto (il film The Faculty) lo costrinsero in un secondo momento, seppur a malincuore, a rifiutare la proposta.
La Warner Bros. compilò allora una breve lista di possibili candidati registi e il primo ad accettare fu Tim Burton, ansioso di lasciarsi alle spalle il parziale flop di Mars Attacks!, dietro un ingaggio di cinque milioni di dollari. La sceneggiatura giunse all’attenzione di Nicolas Cage, un grande appassionato di fumetti e a quell’epoca sulla cresta dell’onda grazie a un Oscar vinto come miglior attore per il film Via da Las Vegas: Cage firmò dunque un contratto per interpretare Superman dietro una non indifferente cifra di 20 milioni di dollari.
La Warner decise anche la data di una possibile premiere: giugno 1998, in concomitanza col sessantesimo anniversario della creazione di Superman. Venne contattato anche Kevin Spacey, per il ruolo di Lex Luthor, mentre Christopher Walken e Jim Carrey entrarono in competizione per il ruolo di Brainiac.
Nel giugno 1997 Superman Lives entrò in via ufficiale nella fase di pre-produzione, con la costruzione dei primi set e con le riprese schedulate per l’inizio del 1998. Nell’aprile 1997 però Tim Burton valutò con attenzione la sceneggiatura di Kevin Smith e non gli piacque affatto. Nonostante le proteste di Jon Peters e della Warner Bros., il regista decise di contattare un suo amico sceneggiatore, Wesley Strick, per una totale riscrittura della sceneggiatura di Smith.
Alla fine la Warner Bros. non impedì tutto questo poiché Burton aveva contribuito in passato al successo del franchise di Batman, mentre Smith era ancora alle prime armi. Lo script di Strick tuttavia non arrivò mai all’attenzione del reparto produttivo, che dovette dunque basarsi sulla sceneggiatura di Kevin Smith per l’ideazione dei set.
Dietro mandato della Warner Bros., però, Strick mantenne la trama di base ideata da Smith. La prima bozza, di 117 pagine, venne completata nel mese di luglio del 1997. Strick eliminò L-Ron e l’Eradicatore, spalle del criminale e dell’eroe eccessivamente noiose e che a suo dire avevano un ruolo troppo preminente, e rivelò che Brainiac era stato creato da Jor-El, il padre di Superman, come prima generazione di intelligenza artificiale kryptoniana.
Nella storia di Strick, Superman viene fatto rivivere da K, creato anch’esso da Jor-El e seconda generazione di intelligenza artificiale kryptoniana. Alla fine l’eroe affronta Lexiac, ibrido nato dalla fusione tra Lex Luthor e Brainiac, e lo sconfigge mandandolo in un’altra dimensione.
La sceneggiatura non incontrò i favori della Warner Bros.: troppo convoluta, poco appetibile per il pubblico giovanile e, cosa più importante, presupponeva un budget di quasi 200 milioni di dollari. Mentre Strick lavorava a successive bozze, Tim Burton scelse Pittsburgh come location esterna per le scene da ambientare a Metropolis, mentre Nicolas Cage fece uno screen test indossando il costume di Superman (anche se foto e video di ciò sarebbero divenuti di dominio pubblico solo molti anni dopo).
Preoccupata dal fallimento di Batman e Robin e da altri flop basati su budget troppo elevati e dalla chiusura della serie televisiva Lois & Clark, la Warner iniziò a cancellare alcuni progetti che avrebbero di sicuro superato i 100 milioni di dollari di budget. Per Superman Lives, tuttavia, si decise di fare un ultimo tentativo: dopotutto erano già stati buttati al vento 30 milioni di dollari e sprecata forza lavoro senza che nemmeno una scena fosse stata girata.
La sceneggiatura di Strick venne dunque passata al poco noto sceneggiatore Dan Gilroy, il cui unico compito era di consegnare una nuova sceneggiatura il cui budget non sfiorasse i 100 milioni. Gilroy consegnò una prima bozza, non alterando troppo la trama di Strick, nel febbraio 1998. Fu tutto inutile: gli uffici di produzione di Superman Lives chiusero infatti i battenti nel maggio 1998 e Tim Burton andò a dirigere il film Il Mistero di Sleepy Hollow. Nonostante ciò, a Gilroy venne chiesto di scrivere una seconda bozza, consegnata nel settembre 1998, nella speranza di trovare un nuovo regista e sempre che Nicolas Cage fosse ancora intenzionato a partecipare alle riprese. Ma anche questa mossa si rivelò inutile.
Sempre nel 1998, un ventiduenne sceneggiatore in erba e appassionato di fumetti di nome Alex Ford ideò la sceneggiatura di un nuovo film, Superman: The Man of Steel, che completò nel mese di aprile. In questa storia, Superman scopre che i suoi poteri stanno lentamente scemando, proprio mentre Metropolis viene attaccata da Metallo, un cyborg potenziato con la kryptonite creato da Lex Luthor. Superman rischia di rimanere ucciso durante la battaglia e decide dunque di ritirarsi, andando a vivere a Smallville per costruirsi una nuova, più semplice vita.
Contemporaneamente Metallo si libera dal giogo di Luthor e prende possesso di Suicide Slum. Dopo un colloquio chiarificatore con Wonder Woman, Superman ritorna sulle scene e sconfigge Metallo. Ciò che colpisce di questa storia è che prova a costruire un Cinematic Universe prima che la Marvel anche solo pensasse a una cosa simile, inserendo una scena post-credit e portando sulla carta decine di personaggi.
Grazie all’intercessione del suo agente, Ford riuscì addirittura ad avere nel mese di settembre un meeting con Jon Peters e la Warner Bros., i quali acquistarono la sua sceneggiatura. Ford aveva grandi idee in mente e le espose: una serie di ben sette film, il sesto e il settimo dei quali incentrato sulla morte e rinascita di Superman, con Luthor come minaccia costante, e un villain già in mente per il sequel anticipato dalla scena post-credit, Bizarro.
Un progetto di sicuro ambizioso, ma che alla fine non convinse la Warner Bros.: la sua sceneggiatura si rivolgeva infatti troppo agli appassionati di fumetti e poco o per nulla al pubblico generalista, composto da quelle famiglie con figli a carico disposti a spendere soldi in merchandising. Così nel maggio 1999 il progetto si arenò senza sostanzialmente essere nemmeno partito.
Nel frattempo il progetto Superman Lives si rifiutava di morire. Nel giugno 1999 venne ingaggiato un nuovo sceneggiatore, William Wisher, e con l’assistenza di Nicolas Cage una nuova sceneggiatura di 115 pagine venne ultimata nel febbraio 2000. Con Tim Burton fuori dai giochi, molti altri registi, tra cui Oliver Stone e Michael Bay, vennero contattati, ma nessuno accettò l’incarico. Nel giugno 2000, stanco di vedere il progetto continuamente posticipato a data ignota, anche Nicolas Cage decise di non volerne più far parte. Wisher consegnò un secondo trattamento nell’agosto 2000, con alcuni elementi di trama ispirati a Matrix, ma anche stavolta non si andò da nessuna parte.
Contemporaneamente il personaggio di Clark Kent stava per fare il suo trionfale ritorno sul piccolo schermo. Nel 2000 la Tollin/Robbins Productions concepì un progetto per una serie televisiva incentrata su un giovane Bruce Wayne, ma siccome la Warner Bros. stava pensando alla stessa idea sul grande schermo (idea che poi non si concretizzò), si decise di cambiare direzione.
Mike Tollin e Brian Robbins, dunque, i fondatori della società, contattarono Peter Roth, presidente della Warner Bros. Television, proponendogli una serie televisiva incentrata su un Clark Kent alle prime armi. Roth dal canto suo contattò gli sceneggiatori Alfred Gough e Miles Millar, di cui aveva visionato un pilot per una possibile serie televisiva basata sul film Eraser che gli aveva dato una impressione positiva. I due sceneggiatori accettarono a patto che il personaggio di Clark Kent non volasse né mostrasse il suo caratteristico costume. Nacque così la serie televisiva Smallville.
Per il ruolo di Clark, venne effettuata una procedura di casting che si allargò lungo tutta la nazione statunitense e dalla quale emerse infine vincitore l’attore Tom Welling. L’episodio pilota di Smallville andò in onda sulla rete televisiva WB martedì 16 ottobre, riscuotendo subito buoni ascolti e andando avanti per cinque stagioni. Quando la WB si fuse con la UPN dando vita al nuovo network The CW, Smallville proseguì lì la sua programmazione fino alla decima e ultima stagione, con l’episodio finale andato in onda il 13 maggio 2011.
E Superman Lives? Nell’aprile 2001 si fece un ultimo tentativo ingaggiando il rinomato sceneggiatore Paul Attanasio perché scrivesse un nuovo trattamento dietro un non indifferente compenso di 1 milione e settecentomila dollari. Un trattamento che traesse ispirazione dalle precedenti bozze, ma producesse in ultima analisi una nuova storia che si basasse comunque sempre sulla storyline La Morte di Superman.
Quello che poteva rappresentare la parola fine di una lunga agonia cinematografica, fu in realtà il primo passo di un nuovo, lungo percorso che avrebbe infine portato a Superman Returns.
Fabio Volino
PROSSIMAMENTE: SUPERMAN RETURNS